Quasi quasi, conviene più investire in pannelli solari che in BoT, visto il minimo storico del rendimento netto dei titoli a sei mesi (1,29%). Certo, i due investimenti non sono comparabili – e il confronto andrebbe fatto con i Btp decennali, attualmente con un rendimento netto attorno al 3,80% –, ma la provocazione è meno azzardata di quanto sembri.
Considerati il favorevole quadro normativo e i generosi incentivi, ci sono le condizioni per considerare seriamente l’investimento in un impianto fotovoltaico domestico. Che azzera la bolletta elettrica e genera reddito, dato che il surplus prodotto può essere immesso in rete e pagato dal Gestore dei servizi elettrici a condizioni vantaggiose.
Per fare un esempio, segnalato dall’associazione indipendente Altroconsumo, per un investimento sui 15mila euro (circa 16 mq di superficie di pannelli installati su una casa nell’Italia centrale abitata da quattro persone), il vantaggio economico annuo è sui 1.500 euro (tra costi di energia evitati e guadagno per la vendita di kWh prodotti). Certo, non bisogna avere fretta (né traslocare), visto che il tempo di ritorno dell’investimento iniziale è circa dieci anni. Però, come scrive online il gruppo di acquisto di pannelli solari degli Amici di Beppe Grillo di Modena, «un impianto fotovoltaico dura anche 40-50 anni e il reddito annuo costituisce di fatto una pensione integrativa».
Ma soprattutto, l’affare lo fa l’ambiente, risparmiandosi l’immissione nell’atmosfera di 700 grammi di anidride carbonica per ogni kWh pulito al posto di uno “normale”. E su questo non c’è paragone con BoT e Btp che tenga: la convenienza è certa.