L’energia del sole per un mondo meno inquinato e più sicuro

L energia del sole per un mondo meno inquinato e piu sicuro

In un mondo sempre più tecnologico e fortemente dipendente dall’energia la ricerca scientifica è concentrata nell’individuazione di fonti ad alto potenziale di resa ma che, nello stesso tempo, siano di basso impatto ambientale.

I danni provocati dall’effetto serra per l’enorme utilizzo di petrolio e carbone, causa dei notevoli cambiamenti climatici in atto, nonché il difficile smaltimento delle scorie radioattive prodotte da chi utilizza centrali nucleari, stanno convincendo i governi a sostenere gli investimenti di cittadini e aziende in energia «alternativa», come quella prodotta dalla tecnologia fotovoltaica che trasforma la luce solare in energia elettrica.

Per spiegare al meglio come funziona la tecnologia fotovoltaica e i notevoli vantaggi che l’investimento nel settore sembra offrire approfittando degli incentivi economici messi a disposizione dallo Stato, si è svolto ieri a Frascati, nell’auditorium delle Scuderie Aldobrandini, un interessante e qualificato convegno promosso dalla Banca di Frascati di Credito Cooperativo in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma e con la società Mia Energia Spa.

Durante i lavori, ai quali ha assistito una variegata e numerosa platea composta da amministratori pubblici, addetti ai lavori, manager finanziari, imprenditori e semplici cittadini, i relatori hanno offerto una dettagliata analisi del settore energetico nazionale, laddove si evidenzia una richiesta d’energia annua pari a 270 miliardi di kilowattore, e illustrato l’iter burocratico attraverso il quale la valutazione della convenienza e fattibilità dell’investimento diventa sensibilmente positiva.

«L’Italia – ha spiegato Federico D’Este, amministratore delegato di Mia Energia Spa – è il paese d’Europa dove investire nel fotovoltaico è più conveniente e dove c’è una possibilità di crescita enorme. Basti pensare che il fotovoltaico ha un potenziale energetico di 47.000 miliardi di kilowattore e che quindi basterebbe utilizzarne una minima parte per rispondere in maniera adeguata al fabbisogno nazionale. Nel 2010 – ha aggiunto – gli impianti realizzati dai privati cittadini sui tetti delle loro case o dalle imprese che hanno investito con impianti a terra o sui capannoni industriali, hanno prodotto solo una piccola parte di questo enorme fabbisogno energetico, ma il settore ha già creato economia di vasta scala con un giro d’affari di circa 10 miliardi di euro. In tre anni le persone che lavorano nel fotovoltaico sono passate da 1.000 a 30.000, impegnate in 2.500 aziende. Siamo ancora lontani da Paesi come la Germania, dove la cultura ambientalista è largamente diffusa, ma anche da noi, grazie agli incentivi statali, sempre più persone stanno scegliendo di investire nel solare».

«In questo momento – ha detto Massimiliano Pianigiani, vice presidente Sales & Marketing di Mia Energia Spa – c’è grande interesse verso le fonti d’energia rinnovabile ma nel contempo c’è anche una forte spinta lobbistica per tornare ad investire sul nucleare. Proseguendo nella ricerca e negli incentivi sul fotovoltaico, invece, entro il 2020 si potrebbe arrivare a coprire il 40% del bisogno energetico dell’intera Europa. Per gli impianti più piccoli che coprono le esigenze di una singola famiglia servono solo 14 mq di superficie per posizionare i pannelli, mentre per quelli di tipo industriale si parte da un impianto minimo di circa 5.000 mq posizionato su un ettaro di terreno libero da vincoli. Un impianto che produce 50 kilowatt di energia – ha sottolineato il manager – grazie agli incentivi statali può arrivare a rendere circa 30mila euro l’anno e in questo momento si tratta sicuramente di uno degli investimenti più redditizi in termini finanziari».

L’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, infatti, viene rivenduta al GSE (Gestore Servizio Elettrico) e non sono poche le realtà che hanno realizzato impianti di grandi dimensioni per sfruttare gli incentivi statali.

L’ultimo pacchetto d’incentivi, il terzo della serie finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, ha durata ventennale ed è stato programmato per impianti da realizzare nel triennio 2011-2013.

Tra gli ambientalisti italiani, comunque, il tema del fotovoltaico, nonostante le zero emissioni di elementi inquinanti, è largamente dibattuto anche per le possibili speculazioni che potrebbero derivare da un uso scriteriato del territorio, dove molto spesso il fotovoltaico a terra sta cancellando ettari di coltivazioni e verde, sommandosi allo scempio edilizio perpetrato negli ultimi decenni da una politica miope e truffaldina.

«Realizzare impianti sui terreni – ha detto Carlo Zocchi, manager del gruppo Edison – sarà sempre più difficile vista la tendenza del Governo a reindirizzare gli incentivi sui pannelli a tetto. In ogni caso ottenere il cambio di destinazione d’uso di un terreno agricolo non è facilissimo e quindi si rischia di perdere le opportunità del piano incentivi 2011-2013. La nostra idea come gruppo Edison, il più antico in Italia a occuparsi di energia, è quella di promuovere i piccoli e piccolissimi impianti. Non più mega centrali dal grande impatto ambientale, ma tante piccole centrali lungo tutto lo Stivale. Oggi – ha aggiunto – il costo dei pannelli in silicio è sceso notevolmente e c’è stato un boom di richieste. Dai 5.700 impianti di 3 anni fa siamo saliti a 160 mila».

Giovanni Pediconi di Absolute Energy Capital (società d’investimento con sede a Londra) ha spiegato invece quello che sta accadendo nel settore in Italia, dove Terna Spa, che gestisce la rete elettrica nazionale, ha ceduto a un fondo d’investimento inglese, per 670 milioni di euro, la società Rete Rinnovabile specializzata nella produzione di fotovoltaico.

«La nuova società – ha detto Pediconi – con i circa 150 Megawatt di picco farà crescere in un solo colpo di quasi il 10% l’attuale parco fotovoltaico italiano, consentendo un risparmio annuo di circa 135 mila tonnellate di emissione di CO2 nell’aria, importante contributo anche per la salvaguardia dell’ambiente».

Sempre sul tema finanziario si è espresso Paolo Pagella di Founder Partner Solar Investment Group, il quale ha spiegato che l’investimento nel fotovoltaico, al momento «rende più dell’immobiliare» e rispetto al mattone «ha un maggior grado di liquidità, un profilo etico molto alto e un flusso di cassa subito positivo».

Altri interessanti interventi sono venuti da Marco Matteini, presidente di Fedi Impianti Srl e da Paolo Astro, amministratore delegato di Ecostudy Srl.

L’avvocato Carlo Sinatra, titolare di un importante studio legale milanese specializzato in energia e project financing (ultimamente ne ha chiusi tre per complessivi 26 milioni di euro d’investimento in Basilicata, Campania e Puglia), ha sottolineato, riprendendo l’intervento di saluto del vice sindaco di Frascati, Piero Iacono, «quanto sia effettivamente necessaria una strategia di pianificazione condivisa con gli enti locali, per promuovere investimenti che valorizzino i territori senza stravolgere la loro vocazione agricola e paesaggistica».

«Siamo a Frascati ed è giusto proteggere i vigneti doc – ha ricordato Sinatra – ma gli impianti si possono realizzare su edifici pubblici, ospedali, impianti sportivi. Dobbiamo lavorare tutti insieme per creare una vera democrazia energetica e i comuni dovrebbero cogliere un’opportunità così importante».

Giorgio Palasciano, commercialista con trentennale esperienza, ha invece spiegato gli aspetti fiscali della nuova normativa, per cui i proventi che derivano dalla cessione dell’energia prodotta sono sempre reddito tassabile.

«Ma per le famiglie – ha ricordato – c’è anche il vantaggio di avere praticamente gratis la corrente per uso domestico e questo è un ulteriore dato positivo di non poco conto per i prossimi venti anni».

«Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti da questo primo incontro», hanno detto all’unisono il prof. Claudio Ferri, presidente della Banca di Frascati e il dott. Carlo Moretti dell’Ordine dei dottori commercialisti di Roma annunciando il prossimo convegno del 21 marzo 2011 dedicato alla normativa antiriciclaggio.

All’incontro ha preso parte anche il dott. Sergio Troiani della Federazione Lazio Umbria e Sardegna delle Banche di Credito Cooperativo.